Contrada Mondovì

Il museo Diocesano San Sebastiano fa parte di uno degli scorci più pittoreschi della città: Contrada Mondovì. La contrada, da tempo isola pedonale, conserva ancora testimonianze tipiche del tessuto urbano medievale, come le scale a chiocciola, i loggiati e i portici, oggi animati da botteghe, laboratori artigiani e golose vetrine di delizie. Nel tempo, la contrada ebbe diversi nomi: ruàta Bovìsii (perché conduceva verso Boves, alle pendici della Bisalta) o contrada degli Ebrei, a testimonianza della presenza del ghetto. L’insediamento della comunità ebraica a Cuneo è documentato già intorno alla metà del Quattrocento. Il ghetto si ingrandì poi andando ad occupare l’intero isolato tra contrada Mondovì, via Alba e via Chiusa Pesio; l’ingresso è ancor oggi segnalato dal portale a grandi conci di pietra posto al n. 24. Alla presenza della comunità ebraica si lega la sinagoga: essa non fu visibile all’esterno fino al XIX secolo. La facciata sulla contrada fu realizzata su progetto del geometra Sergio Isoardi nel 1884; l’iscrizione che corre in alto deriva dal libro dell’Esodo e recita «Mi farete un santuario e abiterò in mezzo a voi».